Sul video “virale” del bambino siriano in ambulanza

Con 250.000 morti, tra i quali decine di migliaia di bambini, di certo non c’era bisogno di un altro video per evidenziare gli orrori della guerra alla Siria. Ma ora che i “ribelli siriani” (quasi tutti capeggiati dall’ISIS) stanno per essere sloggiati anche da Aleppo cosa c’è di meglio di uno struggente video per invocare agli USA e alla NATO una No Fly Zone (tipo Libia 2011)?

Provvede alla bisogna un video realizzato dall’”Aleppo Media Center” (che già nel 2014parteggiava per Al Nusra (gruppo di tagliagole affiliati ad al-Qāʿida, e quindi all’ISIS) che in queste ore troneggia su tutti i media Mainstream. Un video che evidenzia elementi che lo farebbero identificare come una messinscena.

Il video comincia mostrando alcune macerie. Macerie prodotte da chi? Non si sa. Ma basta ascoltare gli innumerevoli “

Allah akbar

!” dei presenti (neanche una donna o un bambino: tutti maschi in età da “combattente”) per convincersi di un attacco dell’aviazione di Assad e/o dei Russi. Comunque sia, il bambino appare in scena non già estratto dalle macerie ma velocemente calato dall’alto e preso in braccio e stretto al petto da un tizio. Una manovra che nessun soccorritore (per non aggravare eventuali traumi alla colonna vertebrale o alle costole) effettuerebbe con le modalità raffigurate nel video. Ma forse non è il caso di sottilizzare troppo.

Stupefacente è comunque la circostanza che, nonostante la presenza di personale paramedico il bambino non viene nemmeno velocemente ispezionato per trovare una qualche frattura o ferita che consiglierebbe un trattamento meno frettoloso. E anche nell’ambulanza nessuno si cura di lui; neanche per tamponare la presunta ferita alla testa che gli irrora di sangue la maglietta. In compenso tutti stanno a fotografarlo.

Per fortuna il bambino appare, sì frastornato, ma in buona salute. Viene poi introdotto nell’ambulanza un altro bambino. Come il primo non viene fissato con nessuna cintura di sicurezza, così da volar via alla prima curva. Poi entra in scena un uomo con una vistosa macchia di sangue “fresco” sulla testa. E mentre, il sangue – verosimilmente (l’uomo ora è girato di spalle) – continua a sgorgare, nessuno gli tampona la presunta ferita. Poi all’ambulanza, con il suo traballante carico, vengono chiuse le portiere (ovviamente nessun paramedico si è introdotto dentro per assistere i feriti) e va via.

Francesco Santoianni

P.S.

Dopo la pubblicazione dell’articolo ho ricevuto (sopratutto via Facebook) – oltre alle prevedibili maleparole e accuse di essere al soldo di Assad o di Putin – non pochi commenti tra i quali ritengo particolarmente preziosi due provenienti da amici che, come me, si occupano da anni di Protezione civile.

Il primo – un volontario del soccorso – oltre a ribadire come il “soccorritore” (che, dovrebbe essere un “esperto” considerando la realtà nella quale, presumibilmente, opera da anni) mai e poi mai avrebbe potuto porre in essere le sue sciagurate  “manovre di salvataggio” viste nel video – mi faceva notare l’incongruenza di una ambulanza – che avrebbe dovuto accogliere persone estratte dalle macerie (o comunque feriti gravi) – nella quale nulla era stato predisposto per accogliere i traumatizzati o le barelle.

Il secondo – uno psichiatra (tra l’altro, con una lunga esperienza in scenari di disastri)  – mi faceva notare la davvero anomala reazione del bambino del video. L’assenza di ogni sua reazione emotiva (in particolare il pianto) che evidenzia nell’ambulanza risulta, infatti, incompatibile con il suo atteggiamento collaborativo che, pochi secondi prima, ha mostrato facendosi aiutare dal “soccorritore”.

 

Francesco Santoianni

(articolo già pubblicato nel 2016 nel sito http://pecorarossa.tumblr.com/

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